L’erbicida è il più utilizzato al mondo nonostante sia stato definito “probabile cancerogeno per l’uomo” . L’Europa chiamata a una decisione entro l’anno

Il glifosato è il diserbante più utilizzato nella storia. Il suo utilizzo è in continuo aumeto soprattutto da quando sono state introdotte le colture geneticamente modificate. La licenza di utilizzo scade nel 2023 e l’Unione Europa quanto prima sarà chiamata a pronunciarsi in merito.

Nel 2015 l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro ha classificato il glifosato come “probabile cancerogeno per l’uomo”, mentre l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare ha affermato che è improbabile che ponga pericolo per l’uomo. Ad oggi, dunque, regna solo l’incertezza e le due posizioni in campo si sfidano a suon di pubblicazioni. Il dubbio, pertanto, rimane uno fondamentale: le concentrazioni ammesse come residuo nell’acqua e negli alimenti (la cosiddetta dose giornaliera per l’uomo) sono davvero sicure?

Un recente studio sugli animali dell’Istituto Ramazzini ha rilanciato l’allarme proprio su come questa “dose” possa provocare rischi per la salute, anche ai neonati a partire dal sesto giorno, tramite la somministrazione di sostanze alla madre. Alla nascita il trattamento è continuato attraverso il latte materno e con lo svezzamento.

I risultati hanno evidenziato come i ratti trattati con glifosato abbiano sviluppato problemi relativi allo sviluppo sessuale (soprattutto le femmine), alla genotossina (aumento di micronuclei nelle cellule del midollo osseo) e al microbioma intestinale (in particolare nell’età dello sviluppo).

In attesa di ulteriori sviluppi, la prossima tappa è fissata pe il 15 dicembre 2023, giorno entro il quale scatta per l’Unione Europea l’obbligo legale di assumere autonomamente una decisione, in assenza della documentazione scientifica dell’Efsa e preso atto del mancato parere degli Stati membri.