La collaborazione tra il nutrizionista, il team di specialisti e i familiari è fondamentale per il benessere del paziente
Il Parkinson è una malattia cronico-degenerativa che colpisce circa 7 milioni di persone. Dal punto di vista fisiopatologico è determinata da una progressiva disfunzione dei Gangli della Base. Le caratteristiche motorie del Parkinson (tremore a riposo, rigidità, bradicinesia, instabilità posturale) sono ormai conosciute da anni. I sintomi Non Motori si traducono spesso in sintomi gastrointestinali e, in particolare, in Disfagia e Stipsi.
La Disfagia
È tipica delle fasi avanzate della malattia e colpisce l’80% dei pazienti. È un sintomo che può restare clinicamente silente per parecchio tempo. La tosse durante il consumo di pasti potrebbe essere l’unico indizio della sua presenza, insieme a fenomeni di soffocamento, deglutizione frammentaria o rigurgito.
Il Nutrizionista insieme al logopedista valuta la presenza di disfagia mediante la somministrazione della Scala Swallowing Distrubance Questionaire.
L’approccio di riabilitazione nutrizionale si basa sull’educazione del paziente e dei familiari relativamente alle complicanze e alla formulazione di un piano nutrizionale bilanciato e di consistenza tale da garantire una corretta alimentazione del soggetto durante il ricovero e al domicilio dopo la sua dimissione.
L’interazione levodopa-proteina
Già dal 1975 è noto come gli amminoacidi aromatici abbiano un’influenza sull’efficacia di Levodopa, il farmaco d’eccellenza per il Parkinson. È anche vero che la risposta alla terapia è soggettiva così come la sensibilità alle proteine, pertanto è necessario adeguare l’assunzione di alimenti proteici alla terapia, dall’altro risulta importante valutare la necessità soggettiva di seguire un regime alimentare speciale.
La Riabilitazione Nutrizionale ha quindi come obiettivo quello di formare il paziente e i familiari sulla necessità di un regime alimentare per la miglior efficacia dei farmaci. L’importanza di un menù speciale durante la degenza e l’educazione alimentare a domicilio è stabilita insieme al neurologo.
La Stipsi
È tipica della malattia del Parkinson e dal momento che l’intestino rappresenta la sede dei processi di assorbimento dei nutrienti e anche dei farmaci, è fondamentale gestire a livello nutrizionale la stipsi. La risoluzione del problema prevede l’aumento dell’attività fisica associata a un regime alimentare che aumenti il rapporto di fibre e acqua.
Conclusioni
La riabilitazione nutrizionale nei pazienti affetti da Parkinson risulta avere un’importanza tutt’altro che marginale. Il lavoro in team con altri specialisti e con i familiari può aiutare il paziente a migliorare la qualità della vita, compiendo un primo e importante passo verso il benessere, compatibilmente con le condizioni fisiopatologiche e il progredire della malattia.